MONDO AL CONTRARIO di Leonardo Mazzei

Notiziola di questi giorni: il colonnello Fabio Filomeni ha mandato a quel paese il generale Roberto Vannacci. In altri termini, il presidente dell’associazione “Il Mondo al Contrario” ha salutato senza mettersi sull’attenti l’autore dell’omonimo libro. Un volumetto insignificante che deve il suo successo più che altro ai suoi contestatori “antifascisti”.

Le ragioni del Filomeni, e degli altri che insieme a lui hanno rotto con l’europarlamentare della Lega, sono semplici e chiare assai. «Le persone erano convinte di assistere alla nascita di un movimento indipendente», dice il colonnello, «ma poi qualcosa è cambiato».

Che cosa esattamente? Queste le sue parole: «Ultimamente abbiamo assistito ad una integrazione con il partito Lega di Salvini che ci porta su posizioni neo-atlantiste e filoisraeliane che non mi appartengono e non erano presenti nel progetto iniziale». Da qui l’attacco frontale a Salvini, che «va in visita in Israele e stringe la mano ad un ricercato internazionale (Benjamin Netanyahu)».

Inutile girarci attorno, benché svegliatosi un po’ tardi il camerata Filomeni è andato a segno. Ed il sovranismo da operetta dei Vannacci e dei Salvini è colpito ed affondato. Certo, il generale continuerà a coltivare il suo orticello, ma il suo progetto politico (ammesso e non concesso che sia mai esistito) è sotto la stretta tutela della Lega, dunque del governo. E non è un caso che si vociferi di sue liste alle regionali in Veneto e Toscana, ma sempre dentro la coalizione meloniana.

Come simili elementi possano talvolta accreditarsi come autonomi dal potere è uno di quei misteri che andrebbero indagati a fondo. Ma se la creduloneria popolare è un fenomeno noto – benché chi ne abusi dovrebbe essere punito con multe da 5.000 a 15.000 euro in base all’art. 661 del Codice penale – ci sono dei soggetti che andrebbero colpiti con ben altre sanzioni, visto il loro ruolo di accreditamento di simili personaggi.

E’ questo il caso del signor Rizzo Marco, ex comunista ed ex parlamentare di quel Pdci cossuttiano che nacque giusto per bombardare la Jugoslavia, ed oggi compagno di merende del Vannacci, oltre che fiero sostenitore degli ultra-liberisti tedeschi di Afd. L’altro giorno il Rizzo era a Torino, ospite nientemeno che del sindacato di polizia Siulp, ad amoreggiare col leghista Vannacci sul tema della sicurezza.

Avranno parlato delle porcherie del decreto 1660? Ovviamente no, che per loro ci vuole semmai ancor più repressione. Il Corriere della Sera informa che i due si sono mostrati «allineati come se fossero sempre stati dalla stessa parte della barricata». E così, tra un “Sono d’accordo con Marco” e un “Dice bene Roberto”, questa nuova coppia di fatto ha mandato in brodo di giuggiole la sala invocando la “tolleranza zero”. Che eroi…

I più dicono che il loro sia solo un fidanzamento d’interesse, dettato da quell’opportunismo che certo li accomuna. Probabile. Del resto, si sa, Dio li fa e poi l’accoppia. Su un punto, però, i due hanno ragione: il mondo va davvero al contrario. E difatti loro sono lì a dimostrarlo.

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