LA GUERRA TOTALE DELL’OCCIDENTE COLLETTIVO di Leonardo Mazzei

L’impresentabile ministro Tajani ha commentato l’attuale situazione in Medio Oriente affermando che “Non è la vigilia della Terza Guerra Mondiale”. Ed in un certo senso ha ragione. Più che una “vigilia”, l’aggressione israeliana all’Iran è infatti un tassello di una Terza Guerra Mondiale già in corso. Prenderne atto ci sembra la cosa più saggia.

Contro ogni minimizzazione e faciloneria sono tre anni che ne parliamo apertamente. L’offensiva espansionista della Nato ad est, che ha obbligato la Russia ad una reazione militare, non è stata figlia del caso, bensì di una precisa scelta strategica delle potenze occidentali (Stati Uniti in primis).

Di fronte alla crisi del mondo unipolare a guida americana, davanti al suo declino economico, sociale e morale, l’Occidente collettivo (molto utile in questo caso l’efficace sintesi putiniana) aveva due strade: trattare sui nuovi equilibri globali tendenti al multipolarismo, oppure provare a rinsaldare il proprio dominio utilizzando l’unico strumento in cui mantiene una certa superiorità: quello militare.

Com’è piuttosto evidente, la scelta è caduta sulla seconda opzione, dunque sulla guerra. Una guerra da farsi al più presto, prima che anche su quel terreno gli equilibri cambino.

Ovviamente il Medio Oriente, con al centro l’aggressività e l’espansionismo sionista, ha le sue peculiarità, ma anche la particolarissima agenda israeliana va vista dentro il quadro di un conflitto generale. Se c’erano dei dubbi, l’avallo totale dell’Occidente all’azione omicida del criminale Netanyahu è stata esemplare. Trump ha addirittura rivendicato l’attacco israeliano come un mezzo per costringere l’Iran alla trattativa, mentre tutti i principali governi europei (semplicemente vergognosa la posizione italiana) hanno espresso aperto sostegno a quell’attacco.

Medio Oriente ed Ucraina sono certamente due fronti distinti, ma l’atteggiamento occidentale è stato il solito. In entrambi i casi la cifra dell’Occidente è stata quella della falsità e dell’inganno. Sull’Ucraina, con gli accordi di Minsk, gli occidentali finsero di volere la pace, proprio mentre allestivano solo una tregua giusto per preparare la guerra alla Russia. Stessa cosa con l’Iran. Le recenti trattative, tanto sbandierate da Trump, erano solo una trappola per coprire l’imminente attacco. Una “furbata” certo utile a colpire a tradimento Teheran, ma che il mondo non si dimenticherà tanto facilmente.

Ecco che qui viene in ballo Trump. A fronte di troppe illusioni, così scrivevamo subito dopo la sua rielezione:

«Trump non solo non metterà fine alla Guerra Grande (copyright Limes), ma finirà probabilmente per aggiungere nuova benzina all’incendio in corso. Mi rendo conto che si tratta di una lettura decisamente controcorrente, ma che ritengo realista e ben fondata». 

A 7 mesi di distanza non dovrebbero esserci più dubbi. Nonostante i distinguo su Gaza, Israele ha il pieno sostegno delle due sponde dell’Atlantico, mentre anche sul fronte ucraino si assiste al ricompattamento del blocco occidentale, le cui frizioni interne (che ovviamente esistono) sono ben poca cosa rispetto alla comune volontà di piegare la Federazione Russa al fine di disgregarla. Il miglior indicatore di questo ricompattamento è rappresentato dalla linea violentemente antirussa costantemente espressa in sede Nato, cioè laddove i guerrafondai europei si incontrano col loro principale d’oltreoceano.

Ma c’è un’altra questione su cui riflettere, e che ci parla della visione globale dell’Occidente. La risoluzione sul riarmo europeo, approvata dal parlamento di Strasburgo nel marzo scorso, è giustamente nota per il suo contenuto violentemente aggressivo nei confronti della Russia. Ma in quel documento c’è dell’altro. Pure l’Iran, al pari di Cina, Bielorussia e Corea del Nord, viene chiaramente citato come un nemico da combattere.

Del resto, il riarmo europeo, le cui gigantesche dimensioni molti non hanno ancora compreso, è esplicitamente finalizzato ad un prossimo conflitto totale con la Russia ed i suoi alleati. In breve: almeno in questa fase, l’Occidente capisce solo la legge della forza. Esattamente quello che Zelensky dice di Putin, ma che vale invece per i suoi protettori della Nato.

In questa situazione non c’è altro da fare che lavorare per il più ampio movimento di massa contro la guerra e il riarmo. Questa è la priorità assoluta alla quale subordinare tutto il resto. Ma non si può essere per la pace senza schierarsi apertamente contro l’Occidente collettivo. Contro la Nato, l’Ue, gli Usa, il sionismo; contro questo blocco della menzogna e dell’inganno che ha scelto la guerra totale per salvare il proprio dominio sul mondo.

Oggi questo blocco è all’attacco. L’Iran ha le sue difficoltà, come (ad un altro livello) ce l’ha pure la Russia. Ma la guerra totale chiama la risposta totale. Alla lunga sarà decisivo il fattore umano, e questo non potrà mai essere a favore dei banditi occidentali.

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