Contestualmente alla Freedom Flotilla (sequestrata dai sionisti in acque internazionali con diversi membri dell’equipaggio ora in un carcere israeliano, alcuni in isolamento e sciopero della fame), migliaia di persone da 54 paesi del mondo, insieme alla carovana Sumud, guidata dalla Tunisia e che conta circa 7000 volontari da tutto il Maghreb, stanno raggiungendo l’Egitto per marciare insieme verso il valico di Rafah, con l’obiettivo di far pressione per rompere il blocco di Gaza. È la più grande iniziativa di solidarietà con il popolo palestinese, pacifica e non violenta, che rischia di arenarsi a causa dell’ossequio egiziano verso Israele.
In queste ore, diversi attivisti, semplici cittadini, sono stati fermati all’aeroporto del Cairo, è stato loro ritirato il passaporto, e alcuni rimpatriati, fra cui alcuni italiani, sebbene il grosso della delegazione del nostro paese arrivi oggi.
Cogliamo l’occasione per ringraziare i parlamentari del M5S e di AVS che ieri hanno presentato un’interrogazione indirizzata al silente governo italiano ed al Ministro degli Esteri Tajani — forse complici del regime egiziano.
Stiamo seguendo attentamente e minuto per minuto l’evolversi della situazione. Dall’Italia sono oltre 150 le persone che partecipano, compresi militanti del Fronte del Dissenso. L’obiettivo egiziano potrebbe essere anche solo quello di depotenziare al massimo la Global March, accettando l’ingresso di pochissimi attivisti.
Segnaliamo questa intervista a Radio Onda d’Urto della portavoce italiana Antonietta Chiodo
GIÙ LE MANI DALLA GLOBAL MARCH TO GAZA
12 giugno 2025, ore 11:00
Non aspettatevi una posizione umanitaria da un governo che ha ucciso migliaia di manifestanti pacifici in Piazza Tahrir e torturato a morte un attivista italiano. Non accoglierete con favore un governo terrorista che serve gli interessi israeliani. Non aspettatevi nulla di buono da un governo che chiude l’unico valico per l’uscita dei pazienti o l’ingresso dei farmaci.
Se vogliamo fermare la guerra, secondo me, dovremmo manifestare pacificamente davanti alle ambasciate americane. La guerra a Gaza è finanziata dall’America, che si oppone al voto per la sua cessazione alle Nazioni Unite.
Mi dispiace tantissimo. Siete tutti nei miei pensieri. Speriamo in una soluzione pacifica fra le parti. Non c’è che organizzarne una in Europa di marcia. 🙂