Qualche giorno fa Marco Rizzo ha diffuso una dichiarazione (questa QUI) per convincere chi lo segue a dare una mano al governo Meloni non andando a votare per i cinque referendum.
Ad un certo punto, sulla questione della riduzione a cinque anni del requisito per ottenere la cittadinanza italiana (ferme restando le altre severe condizioni), Rizzo fa un discorso infarcito da così grosse bugie che nemmeno Salvini o la Meloni si sarebbero mai permessi di utilizzare.
Sentiamo Rizzo: «Se passa il referendum sulla cittadinanza otterrebbero immediatamente la cittadinanza due milioni e mezzo di extracomunitari in più, che potrebbero fare i ricongiungimenti coi loro familiari che arriverebbero qua e sarebbe un segnale per nuova immigrazione in pochissimo tempo lo Stato sociale italiano verrebbe a scomparire; scomparirebbero le pensioni, scomparirebbe la sanità pubblica, la scuola pubblica, i trasporti pubblici…»
PRIMA BUGIA
Secondo i dati del governo i cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia che avrebbero i requisiti previsti per ottenere la cittadinanza non sono 2,5 milioni bensì 1,4 milioni— di cui ben 400mila ucraini.
SECONDA BUGIA
Posto che si tratta di 1,4 milioni di extracomunitari aventi i requisiti, non sta scritto da nessuna parte che tutti loro facciano richiesta di diventare cittadini italiani. Secondo calcoli attendibili ne farebbero richiesta meno della metà.
TERZA BUGIA
Non è vero che l’ottenimento della cittadinanza causerebbe, a causa dei ricongiungimenti familiari un’ondata di nuovi immigrati, per la semplice ragione che per i ricongiungimenti è sufficiente avere regolare permesso di soggiorno — permesso che chi facesse richiesta di cittadinanza evidentemente possiede già.
QUARTA BUGIA, LA PIÙ BECERA
Rizzo: «In pochissimo tempo lo Stato sociale italiano verrebbe a scomparire; scomparirebbero le pensioni, scomparirebbe la sanità pubblica, la scuola pubblica, i trasporti pubblici».
Che squallida demagogia! I 2,4 milioni di lavoratori stranieri sono fondamentali in tanti settori dell’economia, quindi solo con l’IRPEF essi contribuiscono alle casse dello stato con ben 6 miliardi di euro ogni anno. Rizzo non scarichi quindi su chi sta sotto la colpa dello sfascio dello “stato sociale”, che dipende invece da chi sta sopra e dalle politiche liberistiche che anche questo governo sta portando avanti. Un governo che infatti ha mantenuto tutte le norme liberistiche tra cui l’infame Jobs Act.
Sulla questione del referendum rimandiamo i lettori ai precedenti articoli: