Corrrispondenza da Padova
Noi del Fronte del Dissenso, siamo state lì con loro, all’assemblea pubblica organizzativa indetta dagli studenti universitari di Padova.
Se intitolassi il pomeriggio di ieri, lo definirei “La Meglio Gioventù”. Richiama il film di successo del 2003 che racconta alcuni decenni di storia italiana, attraverso le vicende di una famiglia della piccola borghesia romana, particolarmente concentrate su due fratelli, giovani, e sul viaggio attraverso le varie fasi della vita, dal fiore della giovinezza agli anni della contestazione e della controcultura, fino agli anni della maturità nel 2000. Le immagini di ieri sono quelle della ”intifada studentesca” e dei suoi splendidi protagonisti che un giorno, ripercorreranno l’incrocio fra le loro storie personali ed il momento storico che stanno/stiamo vivendo, di guerra e conflitti armati.
L’intifada studentesca ha trovato sede nel Bo’, il palazzo prestigioso simbolo della cultura e sapere universitario da centinaia di anni. Come nel film, i ragazzi dell’ateneo padovano stanno intrecciando le proprie giovani esistenze con situazioni molto più grandi di loro, su cui intendono aprire gli occhi e la coscienza.E’ come se sapessero di essere ad un bivio, ad un punto di svolta, rispetto a scelte che fonderanno sulla consapevolezza del futuro, piena e attenta. Gli studenti affermano che l’unica possibilità di svolta sociale verso un futuro di rispetto e salvaguardia dell’umanità, della pace e dei diritti essenziali fondanti la vita dell’essere umano, parte da loro, dalla loro gioventù, dalla loro energia. Perciò la Palestina rappresenta uno stimolo, un’esperienza, l’incipit non solo per la protesta contro la guerra e l’aggressione ad un popolo, ma l’esigenza di “guadagnare il terreno perduto” da almeno 15 o 20 anni, anche in tema di diritti all’istruzione ed alla formazione “per tutti”, quale diritto all’espansione di sé, a prescindere dalle condizioni economiche di ciascuno. Sanno bene che ciò che viene investito in armi ed eserciti, viene tolto ai servizi sociali, alla sanità, all’istruzione.
La protesta arriva dagli Stati Uniti, dalle università europee e trova terreno fertile negli atenei italiani e nel prestigioso palazzo padovano. La loro volontà è chiara: FUORI ISRAELE dalla UniPD, nessuna complicità con il sionismo ed il genocidio in corso. Non solo le tendate per denunciare l’aggressione militare israeliana nella striscia di Gaza, per esprimere vicinanza umana e solidarietà alla popolazione palestinese ed agli studenti palestinesi che “non possono fare lezioni” perché tutto è distrutto, per sostenere le comunità accademiche e tutte le persone colpite dal genocidio: alle università i giovani chiedono trasparenza nelle decisioni dei senati accademici, la garanzia e certezza della cessazione immediata di tutti gli accordi con Israele e con le aziende implicate con il genocida, come Leonardo ed Eni. La lotta studentesca è fatta di assemblee pubbliche, tendate, proiezioni, studio della storia palestinese, autoformazione, dibattiti e momenti di attivazione. Oggi, il senato accademico forse incontrerà gli studenti i quali chiedono attenzione e rispetto per la vita, contro le guerre, contro le armi, contro lo sfruttamento delle risorse palestinesi. Oggi 14 maggio, si vuole che il senato accademico discuta le loro mozioni, nonostante la rettrice ignori da tempo tali richieste, anzi abbia definito “violenti” questi giovani. Sono tanti, e con loro parte del personale dell’università che si dissocia dalla lettera e dai messaggi di repressione ed attacco giunti dal rettorato, contro i giovani attivisti. Il personale non vuole che il proprio contratto ed il proprio cedolino paga siano sporchi di sangue. Gli studenti non vogliono che il percorso di studi e la loro formazione siano sporchi di sangue.
Essi hanno richiamato l’attenzione sulla cultura storica, sociale, scientifica e giurisprudenziale per sottolineare che nessuno studio accademico vale nulla se sia del tutto scollegato dalla conoscenza, analisi e pensiero critico sulla realtà vissuta.
La mobilitazione c’è e ci sarà finché la Palestina non sarà salva e libera, dal fiume al mare. Presidio oggi 14 maggio alle 14 davanti al palazzo del Bo’.
Grazie a Voi, giovani promesse, il Vostro pensiero è il nostro pensiero
FRONTE del DISSENSO Padova