NOI E LA CASA NEL BOSCO di Moreno Pasquinelli*

Sento il dovere morale di esprimere una sincera vicinanza alla cosiddetta “famiglia nel bosco”. “Neorurali”, “tecnofobi”, “primitivi”, “selvaggi”, gliene hanno detto di tutti i colori. Perché se ne parla così tanto? Certo, la crudeltà del potere che ha sequestrato tre bambini separandoli dai loro genitori e che addirittura impedisce ricongiungersi in occasione del Natale. In verità la scelta di questa famiglia di vivere ai margini, se non fuori dalla civiltà iper-moderna, interroga tutti noi. Davvero viviamo nel migliore dei mondi possibili? Si dice che la storia va avanti, ma avanti verso dove? Siamo sicuri che quello che ci viene spacciato come “progresso” sia cosa buona e giusta? Davvero l’invasione delle nuove tecnologie rende migliore la vita delle persone?

Se stendiamo un pietoso velo sulla parlamentare umbra Elisabetta Piccolotti che difende a spada tratta la sentenza del tribunale, Salvini s’indigna e tuona: «I bambini non sono proprietà dello Stato, devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà!». Sarebbe giusto se non fosse sbagliato. Lo sa Salvini che 1,3 milioni di bambini italiani vivono in povertà assoluta? Che a causa delle politiche economiche neoliberiste degli ultimi trent’anni (di cui anche lui è responsabile) i tagli allo stato sociale hanno aumentato emarginazione, indigenza, nuovo analfabetismo?

In queste condizioni la famiglia è davvero un rifugio sicuro ed un luogo d’amore e di corretta educazione? No, non sempre lo è, e ce lo dicono i dati sulle violenze domestiche, quelli sulle crescenti patologie di cui sono affetti i minori delle famiglie “normali”, di qui la crescita abnorme dell’uso di psicofarmaci e droghe tra i minori. In una società in cui crescono il cinismo, l’egoismo e l’individualismo lo stesso ruolo dei genitori è travolto. Per non avere fastidi si danno in mano agli adolescenti i telefonini, ed è comprovato che l’uso morboso dei congegni elettronici determina stati confusionali di rimbambimento cognitivo ed emotivo, a grave danno della socialità, della felicità e della crescita emozionale.

Siamo sicuri che i bambini nel bosco, strappati alla loro famiglia naturale, crescerebbero più sani gettati nella nostra psicotica società?

*Fronte del Dissenso – Umbria

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