IL PASTROCCHIO DI VALDITARA di Filippo Dellepiane

“Solo l’Occidente conosce la Storia”, tanta confusione ma la situazione non è eccellente.

Sono uscite da poco le nuove linee guida, meglio i “suggerimenti”, per asili, scuole elementari e superiori del ministero dell’istruzione. Un pasticcio incredibile, segno di un totale disorientamento culturale della classe dirigente al governo e non solo. Un mix, non riuscito, di nuove e vecchie istanze: da una parte un tentativo di rilanciare un modello di cultura nazionale, fatto di poesie, Bibbia e riferimenti alla secolare cultura italiana, dall’altra uno sforzo di incorporare le nuove esigenze di una generazione che si vuole progressista: accenni di educazione all’affettività, uguaglianza di genere e lotta alle discriminazioni. Ne è uscito fuori un pastrocchio che non convince nessuno. Se, infatti, la sinistra borghese si lamenta dei pochi riferimenti ai temi caldi dei cosiddetti diritti civili, il settore più conservatore della nostra società non sembra altrettanto soddisfatto delle manovre del governo.

Si dichiara, poi, che solo l’Occidente conosce la Storia e ne è interprete assoluto. E quindi nessuna volontà di approfondire la vicenda coloniale, compresa quella italiana, che, sebbene sgangherata, rimane una macchia ineliminabile nella storia della nostra nazione né del resto c’è volontà di una messa in discussione del sistema predatorio del mondo occidentale che si vuole civilizzato e all’avanguardia. Infine, nessun riferimento alle mirabili lotte anticoloniali del secolo scorso, spesso ridotte a trafiletti nei sussidiari delle scuole superiori.

In conclusione, bene la decisione (almeno a parole, perché se poi continuano a saltare i fondi per le borse di studio, soprattutto delle lauree umanistiche, e si spinge sull’acceleratore riguardo all’alternanza scuola lavoro i conti non tornano!) di riscoprire gli studi classici, l’Iliade e l’Odissea su tutti, anche in contrapposizione alla folle cultura woke della cancellazione che li vorrebbe espellere dai programmi di studio, perché razzisti e suprematisti.

Se, però, non esiste una messa in discussione del sistema complessivo vigente è anche dovuto a una scuola che insegue sempre più la logica delle cosiddette competenze, a scapito della formazione culturale degli studenti. Così, il bagaglio intellettuale delle nuove generazioni si impoverirà sempre più. Non è un caso, infatti, che si cerchi di accattivarsi i giovanissimi inserendo letture “pop” (come Harry Potter) nei programmi scolastici, all’interno di linee guida che vorrebbero però rilanciare un'”italianità” dei saperi.

Al peggio, per il momento, non c’è fine.

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