TIRANDO IL BILANCIO – Il Fronte e le elezioni regionali in Umbria

(1) Non siamo gente che si nasconde dietro ad un dito, noi diciamo la verità, ai cittadini, ed a noi stessi. Quello ottenuto in Umbria dal Fronte del Dissenso è un brutto risultato elettorale. A causa di un sistema elettorale e istituzionale infame, sapevamo che non saremmo riusciti ad ottenere un seggio in Consiglio regionale [la soglia di sbarramento reale per una lista fuori dai due poli sta al 7%]. Quando ci siamo messi in moto consideravamo tuttavia realistico ottenere il 2%; abbiamo invece avuto un deludente 0,28%. Il pronostico si basava su due condizioni che non si sono verificate: che ci sarebbe stato uno spazio esterno all’area sistemica bipolare del 4-5%, e che al massimo avremmo avuto, a contendersi quello spazio, due o tre liste. Lo spazio fuori e contro i due poli del centro-destra e del centro-sinistra si è attestato invece al 2,7%; mentre di liste “alternative” ne abbiamo avute ben nove.

(2) Quando si cercano le cause di una sconfitta occorre sempre distinguere quelle che afferiscono alla situazione oggettiva e gli ostacoli che questa frappone al soggetto, da quelle che invece attengono al soggetto che la sconfitta subisce. Siamo rimasti schiacciati in una morsa micidiale la cui potenza abbiamo sottovalutato: da un lato l’astensionismo galoppante, di dimensioni imponente tra i giovani, dall’altro la resilienza del bipolarismo destra-sinistra, prevalente tra gli adulti e gli anziani. Si è dimostrata così illusoria la speranza di ottenere consensi nella multiforme area dell’astensione o di intercettare i tanti delusi dal mainstream. Non si tratta infatti di un’astensione passeggera o superficiale bensì duratura e tenace la quale, dopo il grande tradimento del M5S, sfocia in diffidenza verso chi fa politica e addirittura odio per la politica in quanto tale. D’altra parte il crudele meccanismo del “voto utile” e dell’alternanza sono stati due armi formidabili che i nostri nemici di centro-destra e centro-sinistra hanno saputo con scaltrezza, ancora una volta, utilizzare.

(3) In quanto a noi, sapevamo di non avere forze militanti sufficienti a svolgere una campagna elettorale capillare tale da coprire adeguatamente le diverse zone della regione. Del resto la gran parte dei nostri militanti mai avevano avuto esperienza di campagna elettorale. Speravamo di trovare forze fresche sufficienti entrando nell’arena. Non ne abbiamo trovate a sufficienza, anche a causa del ritardo con cui siamo scesi in battaglia, ma quelle che abbiamo trovato e ritrovato sono per noi motivo di orgoglio. Ritardo dovuto a faticosi negoziati per trovare un accordo con potenziali alleati. Mancato accordo che ha per di più causato tensioni interne che ci hanno indebolito e rallentato. Abbiamo immaginato che la validità e l’originalità della nostra proposta politica, la qualità dei nostri candidati e del candidato presidente, avrebbero sopperito all’insufficienza di risorse (militanti, tecniche e finanziarie). Abbiamo inoltre sperato che una consistente visibilità mediatica e televisiva (che in effetti abbiamo ottenuto) avrebbe potuto supplire ad un numero insufficiente di militanti tali da poter coprire i diversi territori della regione. Come dimostrano i dati delle preferenze dei nostri stessi  candidati, quando si tratta della sfida elettorale, la presenza fisica nelle strade, nei quartieri e nei paesi, è insostituibile. Abbiamo infine pagato a caro prezzo la nostra scarsa abilità nell’uso dei diversi “social media”, uso che è decisivo per intercettare il mondo giovanile.

(4) Fatta questa disamina critica, sul piatto della bilancia vanno posati i fattori positivi. Per la prima volta il Fronte del Dissenso ha partecipato ad una campagna elettorale politica di notevoli dimensioni. Abbiamo cioè svolto per la prima volta una propaganda a tutto campo, rivolta non ad una minoranza politicizzata a noi prossima per idee, ma a tutti i cittadini indistintamente. Molti, i più per la prima volta, ci hanno ascoltato, pochi ci hanno dato retta e fiducia, non tutti ci han capito, ma ci hanno ascoltato, sanno che ci siamo. Per questo e per l’esperienza acquisita si è quindi trattato di un grande passo avanti di cui faremo tesoro. Abbiamo svolto una campagna elettorale di alto profilo, appoggiando le diverse nostre proposte di trasformazione relative ai tanti dossier regionali sulle fondamenta di una visione politica davvero alternativa della società, dell’uomo, del mondo. Semmai c’è da chiedersi, fermo il rifiuto di ogni demagogia populistica, se non avremmo dovuto volare più bassi.  Abbiamo un debito verso i nostri militanti, verso i nostri candidati, verso coloro che ci hanno dato fiducia. Non tradiremo questa fiducia e onoreremo l’impegno che ci siamo assunti davanti a tutti i cittadini. Non si torna a casa! Saremo accanto ai cittadini, anzitutto nelle battaglie per la giustizia sociale, per l’ambiente, per la pace che avverranno. Ci saremo in maniera creativa, sapendo che per pretendere di svolgere un ruolo dirigente, non solo bisogna avere pazienza e tenacia ma anche trovare forme nuove di attività, dialogo e organizzazione. In tempi difficilissimi siamo ancora in marcia, nella consapevolezza che stiamo entrando in territori inesplorati. Si ottiene la vittoria strategica solo sapendo superare le inevitabili sconfitte tattiche.

20 novembre 2024

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