Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Una considerazione relativa alla notizia del giorno su una magistratura che si fa strumento di quella che, accanto alle guerre, è oggi la più criminale strategia antiumana dell’imperialismo: la migrazione coatta.
Quella con la cui gestione in Libia si ottiene tra l’altro la difesa di un regime che ci garantisce la perdurante agonia e il persistente sfruttamento di quel paese.
Per qualsiasi dei suoi atti cialtroneschi e devastatori della politica, dell’etica, dell’ambiente, Salvini, questo rappresentante perfetto dell’abietto livello qualitativo della nostra classe politica, meriterebbe i 6 anni di galera richiestigli dal PM di Palermo, piuttosto che al suo fermo della nave di Open Arms, nave scuola di tutti i trafficanti di merce umana al servizio e al soldo della nuova tratta degli schiavi. Per una volta, per motivi suoi, buoni o cattivi, questo gaglioffo aveva agito nell’interesse della lotta di tutti i paesi depauperati, destabilizzati e predati, paesi di origine e di approdo.
Genti, soprattutto giovani, vittime della gigantesca operazione neocolonialista di sradicamento di popolazioni dai paesi delle risorse dalle proprie radici, dal proprio ambiente, dalla propria identità e dal proprio futuro. individuale e collettivo, dal destino storico di difesa e di riscatto della propria comunità. Genti destinate alla destabilizzazione culturale e sociale di altre società e al ruolo di manodopera schiavista, con l’effetto collaterale di porre il mercato del lavoro nazionale alla mercè della manipolazione selvaggia dei padroni.