IL FRONTE DEL DISSENSO E LE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI di Fronte del Dissenso

Il Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso (FDD) esprime la sua soddisfazione per la presentazione della lista del movimento in Umbria, con la candidatura di Moreno Pasquinelli a presidente della Regione.

E’ la prima volta che il FDD si candida con il proprio simbolo in una competizione elettorale, ma la nostra non è una presentazione fine a se stessa. Abbiamo una lista di persone competenti e combattive, generose ed appassionate della politica, una squadra in grado di governare la Regione cacciando un ceto politico bipartisan che la occupa da troppo tempo.

Anche per questo la lista del Fronte del Dissenso è l’unica davvero alternativa alle due facce della medaglia bipolare. Destra e centrosinistra condividono infatti la stessa visione del mondo, la stessa concezione delle istituzioni, la stessa politica economica, la stessa collocazione internazionale dell’Italia. Tanto la destra che il centrosinistra vivono dentro l’orizzonte neoliberista, obbedendo al mercato ed ai suoi padroni.

La lista del Fronte del Dissenso, fatta da persone presenti sul territorio ed attive nelle lotte di questi anni, non esprime solo un programma, ma anche una visione radicalmente alternativa, nella consapevolezza che l’opposizione all’attuale mostro tecno-totalitario si affermerà solo lungo la strada di un nuovo umanesimo rivoluzionario.

Siamo contro il bipolarismo antidemocratico, proponiamo la cancellazione del presidenzialismo ed una nuova legge elettorale proporzionale. Siamo per una democrazia economica ispirata al bene comune, per una nuova sanità pubblica centrata sui bisogni delle persone e contrapposta agli interessi delle multinazionali del farmaco. Siamo per la centralità della cultura, contro l’estremismo digitale e la cosiddetta “intelligenza artificiale”. Siamo per la difesa dell’ambiente, fermando il consumo del suolo, i devastanti parchi eolici in programma, i vecchi e nuovi inceneritori. Siamo per il potenziamento del trasporto pubblico, per un’agricoltura ed un’alimentazione sane ed un turismo rispettoso dell’Umbria, del suo habitat e di chi lo vive. 

Il Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso, nel ringraziare i propri militanti ed attivisti umbri per aver superato di slancio lo scoglio della raccolta delle firme, sostiene ora con decisione lo sforzo della campagna elettorale appena iniziata, nella convinzione che un’affermazione nelle elezioni del 17-18 novembre possa rappresentare un passo importante sulla strada della costruzione di una forza alternativa adeguata sul piano nazionale.

In quegli stessi giorni si voterà anche in Emilia Romagna, dove il Fronte del Dissenso dà l’indicazione di voto alla lista civica unitaria “Lealtà Coerenza Verità” (con candidato presidente Luca Teodori). Con questa lista – nella quale il FDD è presente con la candidatura di Giuliana Sciaboni nella circoscrizione di Reggio Emilia – abbiamo infatti registrato un’ampia convergenza sia nel programma che nel profilo politico.

Il prossimo 27-28 ottobre si voterà invece in Liguria. Qui, proprio a causa delle differenze politico programmatiche, il Fronte del Dissenso ha deciso di non partecipare direttamente con propri candidati alla competizione elettorale, esprimendo comunque un’indicazione di voto per la lista “Uniti per la Costituzione”, che candida a presidente Nicola Morra.

A tutti i nostri candidati ed attivisti impegnati nella campagna elettorale un augurio di buon lavoro!

Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso

23 ottobre 2024

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Per sostenere la campagna elettorale della lista del Fronte del Dissenso in Umbria ci sono due modalità:
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IBAN: IT08Z0306909606100000405226
presso Intesa San Paolo filiale di Perugia, via XX settembre 70/a

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2 pensieri riguardo “IL FRONTE DEL DISSENSO E LE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI di Fronte del Dissenso

  1. Ho letto il Vostro comunicato pubblicato qui sopra prima di lunedì scorso e avrei pubblicato questo commento a prescindere dal risultato elettorale.
    Personalmente ho militato per tre anni dal 2019 al 2022 in una formazione politica facente parte della galassia sovranista prima e “del dissenso” a partire dalla primavera 2021. Dopo le elezioni politiche del 2022 la corrente del riflusso mi ha strappato dalla militanza riportandomi alla casella del via, come nel gioco dell’oca. Facendo tesoro dell’esperienza maturata e della distacco con cui attualmente la posso giudicare vi espongo alcune mie osservazioni rispetto al Vostro comunicato.
    Se prima del 2020 le formazioni politiche di area sovranista (di sinistra) erano una nebulosa tenuta insieme dalla critica al liberismo selvaggio che, a nostro dire, era la causa dell’impoverimento dei ceti medio-bassi, l’esperienza dell’operazione Covid 2020-2022 ci ha fatto maturare una coscienza più profonda, come dimostrato dalla qualità vostro Manifesto del 2023. Non solo una denuncia dell’impoverimento materiale diffuso con riproposizione di ricette keynesiane ma la denuncia del folle progetto transumanista con la proposta di un nuovo umanesimo. Su questo il passo in avanti del Fronte (inteso in senso ampio, non solo come la vostra organizzazione) è stato enorme. Oggi si può effettivamente dire che esiste una visione radicalmente alternativa a ciò che ci propongono le avanguardie tecnocratiche; una visione che ha già qualche punto fermo, attorno a cui potrà coagularsi in futuro una dottrina.
    Discorso diverso riguarda le linee programmatiche: più condivise e più incisive quelle che si oppongono a processi in atto rispetto alle vere e proprie proposte. Per queste ultime direi che manca ancora una strategia d’azione. Una cosa è sapere come distinguere il bene del male, un’altra è sapere come incidere sulla realtà, rispettando i limiti imposti dalla legge di necessità, con un’azione politica organizzata. In altri termini, la differenza descritta è tra una forza del dissenso e una forza dell’azione. Possiamo proporre una visione alternativa, possiamo mettere in campo un programma di opposizione alle forze dominanti, possiamo anche spingerci a proporre delle azioni e non delle semplici reazioni, ma allo stato delle cose non abbiamo la maturità sufficiente per spingerci oltre.

    Sul punto in questione, quello della partecipazione alla competizione elettorale in Umbria osservo la seguente affermazione del comunicato:
    «Abbiamo … una squadra in grado di governare la Regione cacciando un ceto politico bipartisan che la occupa da troppo tempo.»
    «una squadra in grado di governare la Regione»?! Questa mi sembra una capitolazione di fronte alle cattive consuetudini elettorali, per cui la formazione candida ad un organo elettivo si deve necessariamente proporre come amministratore. E se noi, che siamo il Fronte del dissenso, utilizzassimo le istituzioni elettive per esprimere come minoranza il nostro dissenso? Il quadro giuridico istituzionale non giocherebbe certo contro di noi: esistono ancora robusti istituti di tutela delle minoranze. Come minoranza all’interno delle istituzioni elettive guadagneremmo un pubblico che ci ascolta, obbligheremmo i governanti (quelli veri) a prendere posizione rispetto ai temi che metteremmo in discussione, attraverso il diritto d’accesso a tutte le informazioni istituzionali avremmo un notevole potere d’interdizione sui provvedimenti più nocivi. Tutto questo senza scendere a a compromessi con le forze politiche di sistema.
    Non è poco: lo capirebbe anche il più sprovveduto dei nostri potenziali elettori. Allora che bisogno c’è di presentarsi come una squadra in grado di governare la Regione? L’unico effetto garantito è di irritare il già ipersensibile potenziale elettore, che capisce benissimo quanto lontane sono le intenzioni affermate da ciò che realmente possibile fare. Promettere l’impossibile è uno dei caratteri negativi più diffusi nelle competizioni elettorali: su questo sarebbe importante distinguerci e non apparire “come gli altri”.
    Immaginando che il Fronte del dissenso in Umbria avesse conquistato il 50%+1 dei seggi del consiglio regionale ed eletto Moreno Pasquinelli come presidente, cosa sarebbe successo nei mesi seguenti? Un’azione politica coerente porterrebbe al quasi certo commissariamento da parte dello Stato centrale oppure, più probabilmente un indagine giudiziaria tesa a screditare la maggioranza in carica.
    Si potrebbe quindi presentarsi di fronte all’elettorato astensionista e dire: “siamo pronti a governare, sapendo che il nostro riconoscimento più grande sarebbe il commissariamento o la censura giudiziaria”. Sono certo che questo apprezzerebbe l’onestà e troverebbe quell’impulso a recarsi alle urne che oggi non ha.
    La verità da non occultare ma anzi da valorizzare è che oggi non siamo in grado di governare nessuna regione, neppure un comune, men che meno uno stato o un’istituzione sovranazionale. Siamo una formazione che vuole esprimere un dissenso vero, strutturato, ragionato. Scusate se è poco.
    Non vogliamo certo fermarci al dissenso, vogliamo crescere, fare esperienza e diventare un giorno forza di governo. Lo diventeremo se resteremo fedeli alla nostra visione e soprattutto se il nostro passo sarà misurato alle nostre forze. Siamo nel dissenso adolescenziale: non dovrà mancarci la fiducia e il desiderio di arrivare alla maturità.

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