Nel voler definire cosa sia la moneta — obiettivo del Saggio che segue —, ci siamo resi conto da subito che stavamo chiarendo chi fosse l’uomo. La moneta è tutt’altro che un mero oggetto strumentale e neutro o semplice misuratore del valore di un prezzo giustapposto a una merce o un servizio. Lo è nella sua sola caratteristica superficiale. Nelle viscere della terra essa rappresenta altro e ben oltre. La sua immediata quanto interessante capacità di attrazione nei termini di possesso e accumulo ne fa un mondo da esplorare per conoscere le profondità delle nostre angosce e della nostra disperazione.
La moneta è un buco nero del tempo e in esso si consuma la libertà dell’umano che non riconosce la morte come passaggio o trasformazione ma come il fine della fine. Cioè il nulla. Perché è proprio dal nulla che la moneta giunge ed è il nulla ciò che fondamentalmente essa esprime, rovesciando radicalmente il significato mondano che la vuole simbolo del tutto sotto forma di ricchezza. Come insegna il nostro maestro Costanzo Preve, i due grandi libri della Natura umana e quello della relativa Storia universale non vanno letti con i caratteri della matematica galileiana ma con quelli della Filosofia, alla ricerca della Verità che è già impressa nella nostra Essenza, la Matrice spirituale. Come novelli filosofi vestiti da Jules Verne ci avventuriamo nel Viaggio al centro della moneta per ridestare – contrastivamente – quella Verità perduta e occultata nel percorso fenomenologico del denaro e nella sua distruzione dell’Essere. E in quel Viaggio scopriamo che tra gli interstizi della moneta si stagliano le forme di un progetto ancestrale accelerato nell’ultimo millennio dallo stadio supremo della moneta: il capitale e la sua Epoca lunga dieci secoli. Questo progetto è quello del suicidio di specie dell’umanità.
La rivoluzione anticapitalista avrà – tra i suoi obiettivi – quello principale di riconoscerlo e disinnescarlo. In questo Viaggio al centro della moneta incontreremo mostri che albergano dentro di noi (angoscia, pessimismo, rassegnazione, disincanto) e mostri che agiscono fuori di noi (banche, aziende multinazionali, fondi d’investimento, trattati internazionali). O li vinciamo, e dunque risveglieremo la nostra umanità sia nell’orizzontalità storico-sociale quanto nell’evolutiva verticalità ontologica, oppure – semplicemente – perirà nell’inferno transumano.
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