DELUSI MA NON RASSEGNATI di Giuliana Sciaboni*

*Giuliana Sciaboni, membro del Direttivo Nazionale del Fronte del Dissenso, presente come indipendente nella lista Lealtà, Coerenza, Verità per le regionali dell’Emilia Romagna, è stata la candidata con più preferenza espresse.

Riflessioni post elezioni

Ci dispiace non essere riusciti a intercettare il ‘partito’ degli astensionisti, quello che
avrebbe potuto fare la differenza e, invece, ha avallato il sistema.
Dispiace vedere, ancora una volta, che a vincere è stato l’astensionismo in primis e, di
conseguenza, la polarizzazione della politica, le due grandi coalizioni, cdx e csx, che alla fine dei
conti, al di là dei proclami elettorali, nelle scelte concrete e pratiche di governo si equivalgono.
Basta pensare al lento e graduale smantellamento della sanità pubblica verificatosi negli ultimi
trent’anni in Italia e, in particolare, nella nostra Regione, che è stato portato avanti da entrambi i
poli, destra e sinistra, a favore di una sanità privata ispirata al modello americano.
L’alternativa in Emilia Romagna questa volta c’era, anzi ce n’erano ben due: una lista davvero civica,
unitaria e ‘alternativa’ al sistema dominante, quella di Teodori (Lealtà Coerenza e Verità), e una
lista composta da tre partiti della sinistra radicale, quella di Serra (Emilia Romagna per la Pace,
l’Ambiente e il Lavoro), che avrebbero potuto portare una ventata di freschezza, una voce diversa,
più attenta e consona ai bisogni concreti dei cittadini, all’interno della solite vetuste istituzioni,
divenute ormai il regno di pochi, che spesso prendo decisioni completamente avulse dai bisogni
della cittadinanza.
Durante la campagna elettorale il malcontento dei cittadini era palpabile, andando a parlare con la
gente e i commercianti nei mercati e alle feste di paese, come anche nei negozi del centro storico
di Reggio, abbiamo ascoltato lamentele di ogni genere, dal problema delle liste d’attesa per una
visita all’ospedale, al senso di insicurezza e abbandono che provano i negozianti del centro storico.
Abbiamo riscontrato delusione, amarezza, rabbia, mancanza di fiducia nella politica.
Ci siamo proposti come un’alternativa possibile. Con forze e risorse estremamente limitate e un
grandissimo impegno, in un mese, in una cinquantina di persone in tutta l’Emilia Romagna, non
professionisti della politica, senza uno storico di partito da cui partire e a cui appoggiarsi, siamo
riusciti a fare un’impresa enorme: raccogliere le firme necessarie per partecipare alle elezioni.
Abbiamo poi avuto solo un altro mese per la nostra campagna elettorale, per organizzare momenti
d’incontro, andare tra i cittadini, distribuire volantini, attaccare manifesti, scrivere comunicati
stampa, farci conoscere.
Dopo un primo momento in cui la stampa non ci ha proprio considerato e ha parlato solo della
candidatura degli altri tre gruppi, i media hanno dovuto prendere atto che c’eravamo anche noi e
darci, per par condicio, uno spazio, seppur minimo. Inizialmente diversi giornali, non tutti
fortunatamente, lo hanno fatto dando un’interpretazione negativa di alcuni punti del nostro
programma, che erano stati espressi in modo sintetico, senza chiederci una spiegazione più
approfondita, e definendoci di una collocazione in cui non ci riconosciamo.
Fin da subito ci siamo dichiarati né di destra né di sinistra, ma di provenienze diverse, rifiutando
ogni etichetta. Abbiamo ribadito di voler farci portavoce delle esigenze dei cittadini comuni. Pian
piano ci siamo guadagnati i nostri spazi anche su giornali e tv, che, dobbiamo riconoscere, ci hanno
poi dato la possibilità di esprimerci e tante occasioni per farci conoscere per le nostre idee in modo
approfondito e non imprimendo un giudizio su di noi a priori, basato su preconcetti, interpretazioni
superficiali ed erronee, o ripescando riferimenti legati al passato politico del nostro candidato
presidente, unico ad aver avuto un passato politico, ma un passato veramente remoto.
Sicuramente il fatto di essere una lista nuova in campo, con risorse estremamente limitate, e di
aver avuto a disposizione solo un mese scarso per farci conoscere non ha giovato. Ci dispiace non
essere riusciti a intercettare il ‘partito’ degli astensionisti, il più numeroso di tutti, quello che
avrebbe potuto fare la differenza, dando fiducia a persone nuove. Invece, con la loro decisione di
‘non scegliere’ e di non esercitare un loro diritto, ma di consentire che qualcun altro scegliesse per
loro, e, di conseguenza, per tutti noi, gli astensionisti, quelli che si considerano ‘antisistema’, hanno
permesso ancora una volta di riconfermare l’establishment, impedendo la rottura di quel muro
impenetrabile creato dal bipolarismo, e avallando il solito sistema.
Siamo delusi, sì, speravamo in un risultato diverso, speravamo di aver risvegliato delle coscienze e
di aver dato nuova speranza alle persone sfiduciate da anni di malapolitica.
Ma non siamo del tutto insoddisfatti, già riuscire a partecipare alle elezioni, con le leggi imposte dai
grandi partiti proprio per escludere le piccole forze nascenti, è stato un miracolo. E soprattutto non
siamo rassegnati. Abbiamo lavorato tanto, speriamo di aver gettato dei semi.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto e dato fiducia in questa
avventura, prima firmando per noi, affinché potessimo metterci in gioco, e poi votandoci, affinché
una voce esterna al consueto bipolarismo potesse entrare all’interno delle istituzioni e una vera
opposizione fosse possibile.
Ringraziamo quei media, tv e giornali, che ci hanno dato spazio e hanno riportato in modo corretto
il nostro pensiero e le nostre affermazioni, permettendoci di far conoscere a un pubblico più ampio
le nostre idee e proposte.
Personalmente in questi due mesi ho imparato tanto, ho conosciuto e mi sono confrontata con
molte persone e, soprattutto, ho avuto l’onore di lavorare in una squadra fantastica, in modo
veramente collaborativo. Ci siamo impegnati al massimo, credo che più di così, con solo le nostre
forze di normali cittadini, non avremmo potuto fare. È stata un’esperienza bellissima. Spero che il
lavoro fatto finora non vada perso e che, come gruppo, potremo continuare a lavorare sui territorio
per far sentire la voce dei cittadini, vigilare e far rispettare i nostri diritti costituzionali.

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